L'estate
di Urania
In ottobre la
nostra collana compirà cinquantacinque anni, ma le celebrazioni
sono già cominciate quest'estate, con una produzione particolarmente
abbondante e festosa. Innanzi tutto avete visto concludersi l'innovativa
space opera di Scott Westerfeld, Risen!, su cui abbiamo
già raccolto molti pareri favorevoli; poi sono uscite le ristampe
di due lunghe saghe. La prima, Berserker, è arrivata
appena in tempo per salutare il suo autore, Fred Saberhagen,
che ci ha lasciati il 29 giugno 2007; la seconda, Il trono
di spade di George R.R. Martin, è apparsa per la
prima volta in un'edizione conforme all'originale e quindi in volume
unico. Di Saberhagen non abbiamo potuto ristampare il ciclo completo
dei Berserker, che come i nostri lettori sanno è molto
più lungo; ma nel presentare i primi cinque titoli della serie
ci è parso di racchiuderne lo spirito migliore mentre non è
detto che in futuro - anche se non immediatamente - non si possano
dare tutti gli altri.
In luglio, Urania
collezione ha offerto il capolavoro di Wilson Tucker L'anno
del sole quieto più l'inedita sceneggiatura che ne ha tratto
Sergio Alan D'Altieri. Anche in questo caso, un doveroso omaggio a
un grande scrittore di genere che si è spento solo pochi mesi
fa, nel novembre 2006.
Anticipazioni
In
agosto riporteremo sulle pagine di Urania uno dei più
piacevoli scrittori che oggi abbia il genere, Robert J. Sawyer,
con l'inedito Mindscan; in settembre uscirà il seguito
di Slan scritto da Kevin J. Anderson in base a un
manoscritto incompleto di A.E. van Vogt, un omaggio all'Età
d'Oro. In ottobre, nel numero del compleanno, un autore controcorrente
e apprezzato anche a livello mainstream James Morrow apparirà
per la prima volta sulle nostre pagine con The Wine of Violence,
suo primo romanzo. Il lieto evento, dunque, non sarà
festeggiato con un libro d’impianto classico ma con un forte
romanzo moderno, una storia di quelle che fanno riflettere e sulle
quali bisogna prendere posizione.
In novembre seguirà il Premio Urania che quest'anno
è stato vinto da Giovanni De Matteo con un libro intitolato
provvisoriamente Post mortem, mentre abbiamo in animo di
pubblicare anche altri due classificati. Sempre in ottobre, ma su
Urania collezione, tornerà un artista della sf moderna
Samuel R. Delany con Babel 17, un premio Nebula di
straordinaria attualità. Questa attesa ristampa sarà
preceduta da altri libri di grande interesse: in settembre Livello
7 di Mordecai Roshwald (ripresentato finalmente in edizione
integrale) e in agosto Io, l'immortale di Roger Zelazny,
un'altra pietra miliare della science fiction scritta in linguaggio
moderno e non in quello d'antan.
Quello che ci pare di poter dire, dunque, è che si tratterà
di un compleanno festeggiato senza guardare indietro, ma riproponendo
autori classici che significano qualcosa ancora oggi e autori che
scrivono science fiction con tale consapevolezza che potrebbero
figurare nelle normali collane di narrativa. Non vi sembra un bel
traguardo per la collezione lanciata più di mezzo secolo
fa da Giorgio Monicelli e dall'editore Alberto Mondadori?
La
cosa Urania
Perché
Urania è sempre stata una collana di genere ma anche
qualcos'altro: una collezione che, vuoi per la sua penetrazione
capillare, vuoi per la ricerca editoriale svolta dai diversi responsabili,
è riuscita a recuperare a livello popolare un più
ampio gusto per il meraviglioso e la narrativa fantastica, superando
in vari modi le limitazioni poste dalle categorie commerciali. Quando,
nell'ottobre 1953, la collana lanciata da Giorgio Monicelli e dall';editore
Alberto Mondadori festeggia il suo primo anniversario, lo fa con
un romanzo che è tutto un programma: Assurdo universo
di Fredric Brown, una delle prime e più divertenti riflessioni
sull'universo della science fiction, ma anche una pirotecnica cavalcata
nei mondi delle infinite possibilità (letterarie) e degli
assurdi infiniti, secondo una formula che sarebbe piaciuta a Breton
e ad Edgar Poe. Quando Carlo Fruttero traduce, all’inizio
degli anni Sessanta, la prima antologia di J.G. Ballard o scopre
i racconti di Lovecraft, non è al lettore di fantascienza
generica che si rivolge, o non solo a lui, ma al lettore di ampie
vedute in generale. Per il momento se ne accorgono in pochi, ma
il seme è piantato. Quando un artista del calibro di Karel
Thole arriva alle copertine di Urania intorno al 1960, è
il surrealismo che si affaccia in edicola, è la triade Magritte-Dalì-Max
Ernst che si diverte a giocare nell'arena minore del periodico
futuribile, in realtà ben conscio della sua tradizione
artistico-letteraria.
Dunque,
una collana costantemente in bilico fra le attese del suo pubblico
affezionato e la capacità di sorprenderlo: capacità
che trapelava dalle quarte di copertina di Franco Lucentini, piccole
prose ritmate che spaziavano dalla divagazione all'apologo e volentieri
si chiudevano con un apoftegma, in rigorosa conseguenza del ragionamento
precedente; o dalle rubriche dotte, il futuro di ieri dedicato
alla riscoperta dei precursori della fantascienza e Il marziano
in cattedra con le sue lezioni di traduzione, prosa e poesia.
E questa lezione è stata seguita per cinquant'anni, in una
costante alternanza di brividi, emozioni, gusto perfino un snobistico
della serie B l'unica che non aspiri affatto ad andare in
A e impennate del tutto fuori dall'ordinario. Quando Fruttero e
Lucentini traducono L'occhio del Purgatorio di Jacques Spitz
(un irriducibile francese degli anni Quaranta) è un mondo
che si spalanca, così come quando Gianni Montanari scopre
Octavia Butler e i nuovi autori degli anni Ottanta. Persino in tempi
recentissimi, questa linea editoriale si è prolungata. I
nomi di Valerio Evangelisti, James Morrow, Amanda Prantera e Michael
Swanwick sono quelli di scrittori che non sfigurerebbero in nessuna
collana di fiction moderna, ed è un fatto che la fantascienza
prema per imporsi a livello di narrativa tout-court (anche se ad
accorgersene sono relativamente in pochi, mentre per il cugino più
fortunato, il thriller, (questa
metamorfosi sembra definitivamente avvenuta).
Il compleanno,
perciò, è anche un’occasione per chiedersi cos'è
e cos'è stata Urania. La risposta non può essere
data, presuntuosamente, da nessun singolo individuo, ma in questa
serie di articoli cercheremo di rifare insieme una parte di quel
percorso, tanto per chiarirci le idee.
Il prossimo uscirà fra un mese circa, al rientro dalle agognate ferie.
Arrivederci, dunque, e se avete delle domande o delle osservazioni, fate pure.
I responsabili del sito ci gireranno le vostre email e cercheremo di
incorporare le risposte negli articoli successivi, che usciranno grosso modo da
fine agosto a ottobre
Giuseppe Lippi
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