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L'UOMO ISOTOPO
21/2/1971
THE ISOTOPE MAN

Copertina di

Karel Thole

CHARLES ERIC MAINE


Immaginatevi un'anticamera non grande, un lampadario sferico, un attaccapanni qualsiasi, un tavolo con la posta in arrivo e in partenza, cui presiede un fattorino, rumori di telefoni e di macchine da scrivere. In questo locale si affacciano le redazioni del "Giallo Mondadori", di "Segretissimo" e di "Urania", e qui s'incrociano, nei loro andirvieni, i redattori e le segretarie delle tre riviste. Onestamente, non sapremmo a quale delle tre porte attribuire "L'uomo isotopo", dove gli elementi del romanzo poliziesco, spionistico e fantascientifico sono combinati e dosati con perfetta equanimità. Come presentare un "caso" così insolito? Ci vorrebbero tre presentazioni diverse, una scritta da noi, le altre dai nostri colleghi specialisti del suspense, degli sconosciuti ripescati nel Tamigi, dei giornalisti troppo curiosi, dei "gorilla" brutali e delle misteriose automobili nere che sfrecciano nella notte. E ci vorrebbero tre diverse copertine, di tre colori diversi. E invece del cerchio sarebbe forse più appropriato un triangolo equilatero... E' chiaro che esperimenti del genere non sono consentiti nemmeno a una rivista di fantascienza e i nostri lettori dovranno perciò accontentarsi di queste righe più o meno ortodosse.

*Ristampa del n. 223

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