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PRIGIONIERO DEL SILENZIO
6/1979
NO MAN FRIDAY (1957)

Copertina di

Karel Thole

REX GORDON


Nessuno ha mai osato sostenere che "Robinson Crusoe" (o più precisamente: "La Vita e le Strane, Sorprendenti Avventure di Robinson Crusoe di York, Marinaio, che visse Ventotto Anni completamente solo in un'Isola disabitata presso la Costa dell'America e la Foce del Gran Fiume Orenoco, essendo stato gettato a Riva in un Naufragio nel quale tutti perirono salvo lui stesso") sia in romanzo di fantascienza. Eppure lo spirito è quello, lo stile è quello, ed è innegabile il suo influsso su opere di "precursori" come Poe, Verne, Wells. A queste opere, nel 1956 se ne aggiunse un'altra che nel titolo dell'edizione inglese (No Man Friday, "Nessun uomo chiamato Venerdì") rivelava la sua discendenza da Defoe, mentre in quello dell'edizione americana (First on Mars, "Primo su Marte") riconosceva il suo debito verso Wells e i "Primi uomini nella Luna". Forse il sospetto che si trattasse di un'imitazione, di un pastiche, nocque al libro, che nei paesi anglosassoni non ebbe alcun particolare successo; per cui nell'edizione italiana ebbe un terzo titolo, col quale oggi lo ripubblichiamo. Ma nel frattempo, anche all'estero, questo "Prigioniero del silenzio" è stato riconosciuto per quello che è: un romanzo perfetto, un'opera assolutamente originale, un "classico" di pieno diritto.

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