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LE SABBIE DI MARTE
10/1977
THE SANDS OF MARS (1951)

Copertina di

Karel Thole

ARTHUR C. CLARKE


Questo romanzo, che inaugurò la collana di Urania nel 1952, pone esplicitamente il problema del rapporto fra fantasia e realtà scientifica. Se la scienza dimostra, per esempio, che su Marte la vita non esiste, sono ancora leggibili le avventure marziane escogitate da scrittori pieni d'immaginazione? Nel 1952 il primo Sputnik era ancora di là da venire, e lo sbarco lunare, le teletrasmissioni "in diretta" dal pianeta rosso, sarebbero apparse ai più come ingenui sogni. Clarke scriveva contro corrente, contro lo scetticismo e l'indifferenza del mondo scientifico di allora. E per di più, scriveva bene. Le sue ipotesi erano plausibili e stimolanti, basate su solidi fatti e acute osservazioni. I suoi personaggi erano credibili, le beghe burocratiche e finanziarie della colonia marziana, le ambizioni e le lotte di potere, i contrasti fra Terra e Marte, erano un modello di realismo, di verosimiglianza. E il colpo di scena conclusivo è ancor oggi perfettamente accettabile. La scienza può averlo smentito nei particolari. Ma nelle grandi linee aveva ragione lui, sia come pioniere scientifico, sia soprattutto come romanziere.

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